Parliamo di architettura sostenibile.
Globalmente, il settore edile è responsabile di circa il 40% di tutte le emissioni di gas serra. Lo ha scritto Dezeen. Questo fa sì che molti architetti in tutto il mondo cerchino di utilizzare il legno grazie per via della fama di sostenibilità di questo materiale la fama.
Fare degli edifici di legno può contribuire a ridurre le emissioni.
Affrontiamo l’Argomento in occasione della Cop 26, la conferenza sul clima di Glasgow. Lo facciamo parlando di quello che sta succedendo in due capitali europee, Reykjavik e Amsterdam.
REYKJAVIK
L’edificio di legno più grande d’Islanda sarà costruito in una discarica di Reykjavik.
Gli studi di architettura Jakob + MacFarlane e T.ark hanno fatto un progetto di uso misto. Gli è stato dato il nome di Living Landscape.
La costruzione, secondo le previsioni, dovrebbe essere pronta nel 2026 e occuperò un’area di 26.000 metri quadri. Conterrà abitazioni per studenti, per famiglie e per anziani, spazi per lavoro, asili nidi e il mercato locale
Il progetto ricrea un frammento di paesaggio naturale autentico al posto di una terra inquinat. Per compensare anni di inquinamento e curare i danni causati dagli uomini in quello che è stato un bel paesaggio costiero. Lo ha spiegato lo studio francese Jakob + MacFarlane a Dezeen.
L’idea fa parte dei 49 progetti vincitori del concorso Reinventing Cities, realizzato dalla rete globale C40 di 40 città per incentivare la protezione degli spazi urbani.
Sono fari di sostenibilità e resilienza e vogliono aiutare le aree urbane a raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi 2015 riducendo al minimo le emissioni di anidride carbonica.
L’obiettivo dei due studi coinvolti nel progetto è eliminare tutte le emissioni di C02 possibili e fare una conversione di quelle che non possono essere eliminate.
I materiali
Parte di questo verrà dall’uso di una struttura prefabbricata di legno lamellare incrociato.
La costruzione riduce il carbonio incorporato nelle pareti esterne di quasi l’80% rispetto alle strutture tipiche di cemento utilizzate in Islanda.
Le emissioni incorporate restanti saranno compensate con il ripristino delle zone umide o della silvicoltura.
L’edificio sarà davvero carbon neutral”, afferma lo studio.
Le emissioni incorporate rimanenti saranno compensate con il ripristino delle zone umide o della silvicoltura.
Tra i materiali utilizzati nella costruzione ci saranno i pannoblocs. I pannoblocs sono una specie di pannello di parete prefabbricato e isolato con l’esterno in legno che può essere facilmente e ritirato e adattato.
Anche i livelli elevati di isolamento, l’uso di sistemi di recupero del calore residuo e il riscaldamento a pavimento regolato da un termostato promettono di fare la differenza.
AMSTERDAM: ARCHITETTURA SOSTENIBILE CONTRO LE EMISSIONI
A partire dal 2025, gli edifici dell’area metropolitana di Amsterdam saranno costruiti almeno per 20% con il legno o con altro materiale a base biologica.
L’accordo è stato siglato dai 32 municipi che compongono l’area.
L’aspettativa è che l’aumento dell’uso di legno nei progetti di costruzione riduca la dipendenza dall’acciaio e dal cemento. Questi due materiali creano grandi quantità di ossido di carbonio (co2) durante la produzione. Ci si aspetta anche che aiuti la capitale olandese a raggiungere il suo scopo. Qual è? La neutralità climatica, cioè l’eliminazione di emissioni di gas serra, entro il 2050.
Come alternativa alle costruzioni in legno, l’accordo permette l’utilizzo di materiali derivati dalla materia viva e biodegradabile. Come la canapa e il sughero.
In accordo con AMS, questo mutamento dovrà ridurre le emissioni di CO2 nella città di circa di 220.000 tonnellate all’anno. L’AMS è Istituto di Amsterdam per le soluzioni metropolitane avanzate.
Anche quelle di azoto dovranno essere ridotte in modo significativo da questi edifici che nasceranno da un’idea di architettura sostenibile.
L’ultima generazione di prodotti in legno sfuso può sostituire questi materiali a uno a uno senza danneggiare l’ambiente. Inoltre, sono davvero dei serbatoi enormi di carbonio”, ha spiegato il ricercatore dell’AMS Institute Pablo van der Lugt.
Fonti
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