Events

MOSTRA SULLA COLLEZIONE DI NANDA VIGO, UN VIAGGIO NEI SECOLI

Nanda Vigo era una designer ed è scomparsa il 16 maggio scorso all’età di 83 anni. Prima di morire ha donato al Museo San Fedele la propria collezione.

Collezione che possiamo tranquillamente definire, concedendoci per una vota l’utilizzo di un aggettivo abusato, inestimabile.

E il Museo San Fedele ha deciso di permettere al pubblico di visitarla al costo di 5 euro.

Di chi sono le opere appartenute a Nanda Vigo che si possono vedere?

CHRISTO E ROTELLA

Partiamo con Christo, che condivide con lei il fatto di essersene andato quest’anno, tra l’altro non molti giorni dopo (a inizio giugno). Dell’artista bulgaro c’è un quadretto con un pacchettino. Abbastanza riconoscibile, quindi. Per chi non lo sapesse, oltre che per il Floating Piers, è famoso e passerà alla storia dell’arte per i suoi impacchettamenti. Celebre quello della statua equestre di Vittorio Emanuele in piazza del Duomo.

Christo apparteneva alla corrente del Noveau Realisme. Anche Mimmo Rotella ne faceva parte ed infatti c’è anche una sua opera.

MANZONI E FONTANA: LINEE E TAGLI

Di Piero Manzoni ci sono i quadri bianchi, un uovo con la sua impronta digitale, una scatolina contenente il suo fiato e una con le sue linee. E, soprattutto, la scatola numero 1 della Merda d’Artista.

Di Lucio Fontana troviamo i tagli (quelli rossi molto interessanti in quanto più rari rispetto a quelli bianchi) e delle statue a carattere sacro, molto simili a quelle che si possono ammirare nella Casa Museo Boschi-Di Stefano, non molto distante dalla nostra ferramenta.

Ed proprio come ferramenta che vi segnaliamo la presenza di un’opera di Giò Ponti e lo facciamo perché vendiamo anche maniglie disegnate da lui e perché il suo stile ci piace molto, ça va sans dire.

Ci sono pure un quadretto di Lewis Carroll, una Marylin di Andy Warhol e opere di altri artisti. Se vi piace l’arte contemporanea andate a vedere questa mostra che espone le opere appartenute a Nanda Vigo.

QUALCHE NOTA SULLA CHIESA DI SAN FEDELE

Lo spazio fisico in cui si tiene la mostra è all’interno della chiesa di San Fedele. La maggior parte delle opere si trova nella cripta, mentre nella parte normale si possono ammirare una crocifissione e due angioletti fatti da Fontana.

La chiesa è molto bella. La riconoscete perché davanti c’è la statua di Alessandro Manzoni. Per tutti i dettagli tecnici sulla chiesa e sulla sua storia vi rimandiamo a Wikipedia e ci limitiamo a dirvi le cose che per noi sono più interessanti.

La prima è che un tempo lì vicino c’era la Questura, uno dei nostri clienti.

La seconda è che contiene alcuni elementi provenienti da Santa Maria della Scala, demolita per far spazio al Teatro alla Scala, che prende il nome proprio da quella chiesa. Una di queste vestigia, una croce dorata, se andate a vedere la mostra di Nanda Vigo, la potete ammirare.

L’IMPORTANZA DI REGINA DELLA SCALA

La zona di Piazza della Scala aveva un aspetto molto diverso da quello attuale. Però Palazzo Marino, anch’esso del Cinquecento, c’era già.

La chiesa di Santa Maria della Scala venne fatta edificare da Bernabò Visconti in onore di sua moglie, Regina della Scala, dopo la sua morte. Se cercate bene, a San Fedele, troverete incisa una scala, simbolo della Famiglia Della Scala, signori di Verona. Ancora oggi i veronesi sono detti anche scaligeri. Inoltre, essendo il nome ufficiale del Verona Hellas Verona, la H presente nel simbolo del club ha la forma di una scala.

Se i milanesi di allora dovevano quella chiesa al ricordo di Regina della Scala, i milanesi di oggi devono alla sua volontà la chiesetta dei Re Magi, che è in una traversa di via Palmanova. A lei si ricollega anche l’etimologia del nome che aveva un tempo l’area adiacente, cioè Corte Regina.

BERNABÒ, GIAN GALEAZZO E I CANI

Terminiamo questo excursus con una curiosità: Bernabò Visconti decise la costruzione di quella chiesa, Gian Galezzo Visconti, suo nipote, quella del Duomo (le due opere non erano distanti l’una dall’altra). Gian Galeazzo detronizzò lo zio, lo mise in una prigione dorata nel Castello di Trezzo sull’Adda e, si narra, lo fece uccidere con del veleno in un piatto di fagioli, piatto che Bernabò amava molto. Amava molto anche i cani. I cani piacciono molto anche a noi e sappiamo che possono essere molto utili, ad esempio quando fanno la guardia. Purtroppo, non sempre bastano. Allora, perché non integrare la sicurezza che vi può dare il vostro amico con quella che vi può dare una porta blindata, una cassaforte o un sistema di videosorveglianza o un controllo degli accessi?

QUALCHE RIGA SU NANDA VIGO: LA FORMAZIONE

 

Dopo questo viaggio nella storia della Milano del XIV secolo, ritorniamo ai giorni nostri e parliamo di Nanda Vigo. Chi era? Abbiamo detto all’inizio di questo articolo che era una designer.

Ha studiato a Losanna, all’Institut Polytechnique, dove ha pure insegnato, ma si è formata anche grazie a  Filippo de Pisis, amico di famiglia, e Giuseppe Terragni.

Dopo aver fatto uno stage a San Francisco, ha aperto proprio studio a Milano (nel 1959, a 23 anni!).

FREQUENTAZIONI ED ESPOSIZIONI

Tra le frequentazioni, Lucio Fontana, due esponenti della galleria e rivista Azimut di Milano, Piero Manzoni ed Enrico Castellani e Giò Ponti.

Tra collettive e personali, ha fatto più di quattrocento mostre. Ricordiamo quella alla Gallery of Modern Art di Washington D.C., quella allo Stedelijk Museum di Amsterdam, quella alla Triennale di Venezia quela al Multimedia Art Museum Moscow in Russia.

Nel 1959 ha iniziato a progettare la Zero House a Milano, completata nel 1962.

Nel 1965 è stata curatrice della mostra Zero Avantgarde, che si è tenuta nello studio di Lucio Fontana di Milano.  Vi hanno preso parte ventotto artisti.

Nel 1964, alla Triennale di Milano, in collaborazione con Lucio Fontana, ha realizzato “Utopie”. Sempre  alla Triennale di Milano, nel 1973, chiese a molti artisti e a molti architetti di fare qualcosa nell’atrio.

I suoi lavori, dal 2006, sono esposti in modo perpetuo al Museo del Design della Triennale di Milano.

PREMI E INSEGNAMENTO

Tra i premi, il New York Award for Industrial Design (1971) per le sue lampade (le Lampada Golden Gate) e il Premio St. Gobain per il design del vetro (1976).

Ha insegnato anche all’Accademia di Macerata, allo IED di Milano e, nel 1999, al Master Lightin Design all’Accademia di Brera di Milano.

NOTE FINALI E INFORMAZIONI SCHEMATICHE

Era poliedrica ed è stata anche architetto e artista. Per saperne di più, cliccate qui.

Ricapitolando, questa mostra vi dà la possibilità di vedere una chiesa e le opere appartenute a Nanda Vigo,

Fino al 31 dicembre.

Orari: sabato 10-18; domenica 14-18

Chiesa di San Fedele, piazza San Fedele.

Costo: 5 euro.

Un commento su “MOSTRA SULLA COLLEZIONE DI NANDA VIGO, UN VIAGGIO NEI SECOLI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *