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Grattacielo Pirelli, 14 curiosità che lo riguardano

grattacielo pirelli

Domenica scorsa, 4 aprile (2021), era Pasqua, ma era anche il sessantunesimo anniversario dell’inaugurazione del Grattacielo Pirelli. O del Pirellone, come viene affettuosamente chiamato a Milano. Inoltre, è bello.

Ci sembra quasi d’obbligo dedicargli un articolo.

Vediamo quindi quattordici curiosità e fatti che lo riguardano. Quasi sicuramente, molti di voi le conosceranno tutte o almeno alcune. Ma vediamole, anche vantaggio di chi non sa queste cose e di chi vuole fare un ripasso.

Giò Ponti

Quando Giò Ponti iniziò a lavorare al progetto, aveva 65 anni. Quando il grattacielo Pirelli fu completato, ne aveva 70. Anzi, quasi 70, visto che era nato il 18 novembre. È la sua opera più importante.

Giò Ponti ha realizzato due lampade ispirate al Grattacielo Pirelli: la pirellina e il pirellone. Ne abbiamo parlato nell’articolo sulle lampade create dalle archistar. Del resto, lui si occupava anche di design e di complementi d’arredo. Ad esempio, ha disegnato le maniglie per la Olivari.

Gio Ponti ha disegnato La Maniglia porta modello Lama di Olivari

 

L’esecuzione dei lavori non venne diretta da lui, ma dagli studi di architettura RSG / Renato Sarno Group e Corvino+Multari / Architetti associati, sotto il coordinamento generale dell’architetto Renato Sarno.

Gio Ponti ha disegnato anche La Maniglia porta modello CONO di Olivari

MANIGLIA PER PORTA CONO OLIVARI

I record del Grattacielo Pirelli

Alto 127 metri, fino al 1966 è stato l’edificio più alto d’Europa e fino al 1995 il più alto d’Italia.

Anche adesso si difende bene: è il 13mo più alto d’Italia e compare nell’elenco di quelli più alti dell’Unione Europea.

Una curiosità che ci riguarda da vicino: nel 1966 cedette lo scettro a un grattacielo belga, la Tour du Midi di Bruxelles. Se vi ricordate, la Boerentoren di Anversa, considerata il primo grattacielo europeo, aveva ceduto il passo a una torre genovese, la Torre Piacentini. Qui l’articolo in cui ne abbiamo parlato.

Il mito da sfatare

Il grattacielo Pirelli non è stato il primo grattacielo della città e non è stato neanche il primo palazzo di Milano a superare quota 108.5, che è l’altezza cui si trova la Madonnina (la credenza è diffusa). Una norma prevedeva che nessun edificio milanese dovesse superarla. Lo aveva deciso Mussolini, ma era stata applicata anche dopo.

Però, sul tetto del Pirellone, quasi come un escamotage, c’è una copia della Madonnina, mentre non c’è sulla Torre Breda, che è l’edificio che ha per primo ha superato la servitù della Madonnina (alta 117 metri. risale al 1955).

Ce ne sono altre due: una su Palazzo Lombardia e una sulla Torre Isozaki (Torre Allianz).

 

I fatti del 2002

grattacielo pirelli 2002

Il 18 aprile 2002 un aereo da turismo si schiantò contro il 26mo piano, causando la morte del pilota, Luigi Fasulo, e di due dipendenti della Regione Lombardia. Il fatto avvenne alle 17.47 e c’erano solo Anna Maria Rapetti e Alessandra Santonocito, due avvocatesse. Le due vittime. Si erano fermate a fare gli straordinari.

L’11 Settembre era passato da pochissimo e si temette che si trattasse di un attentato. Marcello Pera, Presidente del Senato, abbracciò subito questa ipotesi: lo disse 20 minuti dopo l’accaduto all’Assemblea. Gli inquirenti e il Ministro dell’Interno, Scajola, per fortuna, la scartarono.

Alla sera, il procuratore della Repubblica Gerardo D’Ambrosio confermò: ”Non c’è nessun elemento che possa far pensare a un attentato. Nella disgrazia, c’è un sospiro di sollievo”. Anche il ministro per le Infrastrutture, Pietro Lunardi, confermò: ”È escluso che sia un atto di terrorismo. Un terrorista si sarebbe imbottito di esplosivo e avrebbe scelto un momento in cui il Pirellone era più affollato”.

In realtà, o fu un suicidio o, molto più plausibilmente, un errore.

 

Il restauro del Grattacielo Pirelli

L’incidente del 2002 distrusse due piani. Ci furono i lavori di ricostruzione e l’intero edificio rimase chiuso. Riaprì il 18 aprile 2004, due anni esatti dopo l’accaduto.

Ci fu anche un restauro degli esterni, con la sostituzione di 250.000 tessere.

L’auditorium è diventato un centro congressi. È intitolato a Gaber.

 

IL NOME E IL LUOGO

Dove si trova il Pirellone, inteso come edificio? Appena fuori dalla Stazione Centrale. Un tempo, c’era la Cascina Brusada.

Ma perché è proprio lì? Il luogo lo scelsero Alberto e Piero Pirelli perché li di fronte c’era stata la prima fabbrica della gomma della Pirelli. Fino al 1909, anno del trasferimento alla Bicocca.

Inoltre, la posizione vicino alla Centrale è ottimale. Infine, lì stava per nascere il nuovo centro direzionale.

Per l’esattezza, è su un basamento pentagonale che si trova tra piazza Duca d’Aosta, via Pirelli e via Fabio Filzi.

Come avrete intuito dal nome e dal punto precedente, il grattacielo Pirelli si chiama così perché il committente era la Pirelli. Per trasferire lì gli uffici di viale Abruzzi. Ma, soprattutto, è stato un investimento in immagine. Un grattacielo è sempre un grattacielo.

Passaggio di proprietà

Nel 1978, però, lo cedette alla Regione Lombardia perché i costi erano troppo alti. Fino alla costruzione di Palazzo Lombardia, è stato la sede della giunta regionale. Tanto che i termini “Pirellone” e “Regione Lombardia” erano praticamente sinonimi. Anche oggi ospita degli uffici regionali.

Regione Lombardia già da quattro anni stava cercando un posto dove raggruppare i propri uffici. La Pirelli lo vendette per 43 miliardi di lire (circa 222.207.000 euro). Regione Lombardia acquistò i tre fabbricati dei corpi bassi, la torre e l’autorimessa attigua.

 

ALTRE COSE SUL GRATTACIELO PIRELLI

Il grattacielo è adibito interamente a uso ufficio. Infatti è una “sintesi della ricerca tecnica e funzionale sugli edifici ad uso ufficio”.

Nel 1983 sono stati fatti dei lavori. Li hanno seguiti Bob Noorda e Egidio Dell’Orto prima e poi Vico Magistretti. Hanno tolto delle cose fatte dalla Pirelli e hanno messo marmi e moquettes con il simbolo della rosa camuna.

Dal punto di vista tecnico è un edificio a forma poligonale (riconducibile a sezioni trapezoidali inscritte in un impianto rettangolare con lati brevi terminanti a cuspide), su griglia di pilastri in calcestruzzo armato e facciata continua; solai in latero-cemento; copertura piana a terrazza.

La pianta della torre è fatta da due poligoni speculari accostati, che sono separati dal corridoio centrale, la superficie è a “diamante” e la sua caratteristica strutturale principale è la concentrazione dei carichi dei solai sul minor numero possibile di strutture portanti.

In questo modo i pilastri ricevono dalla superficie resistente la rigidità necessaria a sostenere i carichi verticali, riunita in pochi pilastri di appropriata forma, dà ai pilastri stessi la rigidità necessaria per resistere alle imponenti azioni orizzontali.

Qui per saperne di più

 

Quel 4 aprile 1960 all’inaugurazione c’erano circa 2000 persone.

 

 

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