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Il futuro del Villaggio Olimpico di Milano

Vialaggio Olimpico Milano 2026

Che cosa ne sarà del Villaggio Olimpico di Porta Romana (Milano) dopo la fine dei Giochi Invernali del
2026?

IL PROBLEMA DEL “DOPO”

Quello del riutilizzo degli spazi creati appositamente per grandi manifestazioni come questa è un problema non da poco. Perché spesso rimangono inutilizzati, cadendo nella fatiscenza.

Su Watchmojo Italia c’è un video il cui argomento è: come sono state utilizzate le strutture costruite per le Olimpiadi? Non vogliamo spoilerare ma vi anticipiamo che nell’insieme la situazione non è edificante.

Dall’altra parte, però, la loro manutenzione può costare molti soldi. E non ci riferiamo solo alle strutture che hanno ospitato i Giochi Olimpici.

Pertanto, il dilemma è tra il degrado e una spesa elevata?

Fare o non fare?

Qualcuno potrebbe rispondere che esiste una terza via: non fare queste manifestazioni. Un comitato no-qualcosa nascerà sempre. Il 1 maggio del 2015, giorno dell’inaugurazione di Expo, ci furono delle manifestazioni da parte di chi avrebbe preferito che non si facesse. Anche con atti vandalici. In una puntata, nella trasmissione Fratelli di Crozza è stato detto in sostanza: perché fare le olimpiadi invernali del 2026 a Milano e a Cortina visto che ci sono già impianti a Torino, che le ha ospitate nel 2006? Impianti per la maggior parte inutilizzati.

Elena Ghidorzi, candidata alla presidenza della Regione Lombardia, ha detto:

“Unione Popolare è l’unica forza politica che in questo momento vuole contrastare l’ultima ennesima opera inutile che andrà a devastare un intero territorio per un evento che dura 15 giorni. Noi non siamo contro l’evento ma siamo per un modello di sport e di olimpiadi che possa essere meno impattante sul territorio. Purtroppo abbiamo già visto cosa comporta il modello olimpiadi, da Torino 2006 quello che oggi abbiamo sono scheletri, piste da bob e trampolini di salto abbandonati, alberghi vuoti”. I lavori, comunque, sono iniziati.

O smantellare?

Il Qatar ha trovato una soluzione innovativa: lo smantellamento dello stadio 974 dopo la fine dei Mondiali del 2022. Anzi, leggermente prima perché l’ultima partita giocata in questo stadio è stata un ottavo di finale, Brasile-Corea del Sud. Il 974 potrà essere ricomposto ovunque perché era fatto con dei container. 974, per l’esattezza. Da qui il nome. 974 è anche il prefisso internazionale del Qatar.

 

LA TRASFORMAZIONE DEL VILLAGGIO OLIMPICO DI MILANO DOPO I GIOCHI DEL 2026

Ma forse l’ideale è fare questi eventi e poi riqualificare gli spazi. Utopia? Forse no. Ad esempio, nell’area dove hanno fatto Expo 2015 adesso sta nascendo un quartiere ecosostenibile.

E la riqualificazione incentrata sull’ecosostenibilità sembra essere il destino del Villaggio Olimpico di Milano dopo la fine della manifestazione del 2026.

Nel concreto, diventerà uno studentato con circa 1.700 posti letto e sarà lo studentato più grande d’Italia realizzato in edilizia residenziale e sociale.

Nel frattempo, il Comune di Milano ha dato al fondo di investimento immobiliare Porta Romana il permesso di costruire e le convenzioni edilizie e urbanistiche.

ll Villaggio Olimpico è stato progettato dallo studio di architettura Skidmore, Owings & Merrill SOM e verrà realizzato da COIMA SGR, da Covivio e da Prada Holding. Dovrebbe essere pronto per il il luglio del 2025.

Poiché l’obiettivo è la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, si utilizzeranno materiali eco-sostenibili, tutti gli edifici avranno la certificazione LEED e più del 60% dell’energia proverrà da fonti rinnovabili. Sempre nell’ottica della riduzione di CO2, si raccoglieranno le acque meteoriche, che verranno riutilizzate per riscaldare e per rinfrescare.

Inoltre, alcune strutture edilizie saranno permanenti e quelle temporanee potranno essere riutilizzate.

Dopo la fine dei Giochi, il Villaggio Olimpico non diventerà soltanto uno studentato. Il progetto è più complesso: faranno anche un parco, delle case e degli uffici. Il principio è quello del social housing. Aumenteranno anche i servizi, che collegheranno questa parte della città con l’area circostante.

Un altro principio sarà quello del preesistente: le nuove realizzazioni si armonizzeranno con gli edifici che ci sono già. Non solo con quelli della zona ma in generale con tutta Milano. Un esempio di armonizzazione con il preesistente è la guglia della Torre Unicredit, che richiama quella del Duomo.

Uno dei fautori del principio di preesistente era Vico Magistretti, che diceva: io non progetto allo stesso modo una casa a Milano e una casa a Tokyo.

Torniamo al nostro villaggio olimpico post 2026 (anzi, post-Giochi).

Sarà parte del progetto di riqualificazione dello Scalo di Porta Romana, in cui il verde pubblico e attrezzato avrà un ruolo importante: occuperà circa lo metà dello spazio.

Al progetto ha collaborato anche l’architetto Elizabeth Diller, che è stata la progettista dell’Highline di New York.

Inoltre, grazie al passante ferroviario e alla metropolitana, lo Scalo di Porta Romana sarà collegato bene al resto della città e non solo.

Il vertiporto

In più, entro il 2024 apriranno i primi vertiporti di Milano. Uno a City Life e uno proprio a Porta Romana. Che cos’è un vertiporto? Una stazione per elicotteri. Potremmo assistere alla nascita di una nuova forma di trasporto urbano. In pratica, ci saranno dei taxi volanti. I primi decolleranno nel 2026. Si stima che li prenderanno circa duemila persone al giorno. Prezzo di una corsa? Si pensa dai 70 ai 120 euro.

LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI SCALI FERROVIARI DISMESSI

Il progetto di riqualificazione dello Scalo di Porta Romana a sua volta rientra in quello che riguarda tutti e sette gli scali ferroviari dismessi. Oltre a Porta Romana, abbiamo: Farini, Greco-Breda, Lambrate, Porta Genova Rogoredo e San Cristoforo. Per un totale di 1.250.000 metri quadri, di cui il 65% verrà adibito ad area verde. Una delle cose più interessanti sarà la nascita di una collina fatta con i detriti dei lavori. Un po’ come il Monte Stella. Si ergerà a San Cristoforo.

Non ci sarà solo la riqualificazione ma anche la riconnessione con il resto di Milano (la Circle Line giocherà un ruolo molto importante a questo scopo).

200.000 metri quadri verranno usati ancora per esigenze legate al trasporto ferroviario.

Il social housing è un altro dei perni di questa trasformazione.

Si tratta di uno dei più grandi progetti di questo tipo a livello europeo e vede la partecipazione, tra gli altri soggetti, del Comune di Milano, delle FS e della Regione Lombardia.

Secondo alcuni esperti, intervistati da Paolo Wilhem per il podcast Tel Chi, lo Scalo di Porta Romana sarà uno dei più importanti del progetto. Sia per la riconversione del Villaggio Olimpico sia perché fungerà da trait d’union tra la parte nord, quella oltre la linea della 90-91 (per chi non è di Milano: questa linea segna simbolicamente l’inizio della periferia), e le parte sud, quella dove c’è Fondazione Prada e forse anche per l’arrivo del vertiporto e, dal 2026, dei primi taxi volanti.

 

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