Architettura, Events

Argentiera, riscoperta della miniera e realtà aumentata

Immagine di una miniera

I musei sono chiusi a causa del Covid-19, ma si può sopperire con la realtà aumentata, installazioni e con altri mezzi tecnologici ed è quello che hanno pensato di fare ad Argentiera. Un po’ come è stato per Fuori Salone.

Argentiera si trova nella Sardegna nord-occidentale. Si tratta di una frazione di Sassari (da non confondere con le enclave), ma soprattutto di un ex borgo minerario e della sede della LandWorks Aps. Proprio questa Aps ha lanciato il progetto Luci in miniera che vuol far riscoprire Argentiera e il suo passato minerario attraverso la realtà aumentata, installazioni, video eccetera.

Foto Ottimo Academy

Installazione

In pratica, hanno ricostruito una piccola miniera di legno e l’hanno messa nel centro della frazione. Dentro, le fotografie, le cartografie e i disegni che ci sono sulle pareti nere testimoniano più di due secoli di storia. Si può anche percorrere il tratto di una galleria sotterranea La mini-miniera si chiama Terra.

Digressione

Quando si pensa alla realtà aumentata, si pensa a Pokémon Go, ma è sbagliato, anche se è un gioco divertente. Ad esempio, c’è un app. che mette insieme realtà aumentata e criptovalute. Fine della digressione.

Dichiarazione

Andrea Maspero e Paola Serrittu, che sono i creatori del progetto, hanno detto:

“In questo modo i visitatori potranno vivere un’esperienza immersiva, in forma individuale e in completa sicurezza. Un segnale ad andare avanti nonostante le difficoltà, per lasciare spazio alla cultura anche in un momento che ci obbliga a tenere le distanze”.

Il progetto non si esaurisce qui.

Altre installazioni

Acqua è la facciata dell’Antica Laveria, dove si lavavano e si arricchivano i minerali che venivano estratti. S’illumina: di sera, ci sono giochi di luci. Fanno anche proiezioni sulle facciate. L’Antica Laveria è fatta di legno ed è considerato l’edificio più significativo di Argentiera.

Fuoco, invece, è il nome di un percorso tra dieci opere pensate appositamente per questo luogo. Ed è qui che entra in gioco la realtà aumentata perché un’applicazione permette di animare queste opere d’arte. Che contengono anche dei contenuti audiovisivi.

C’è poi un’installazione itinerante che si chiama Aria. Potremmo dire che è sinestetica in quanto illumina i punti più importanti di questo luogo e ripropone i suoni, le voci e le storie del tempo che fu. La regista Patrizia Santangeli ha contribuito alla sua realizzazione.

L’Albero del Buio è una struttura architettonica fatta con luci e lanterne, simboli delle miniere e dei minatori. In particolare, ha la forma di un albero di Natale e le lanterne sono fatte di cotone e di legno (si tratta di materiali di recupero). Le lanterne sono state decorate dei bambini della scuola primaria di Palmadula e da quelli che hanno preso parte ai laboratori che si sono tenuti presso le officine di LandWorks. Chissà se quando gli hanno dato questo nome si sono ispirati all’Albero della Vita.

Considerazioni finali su questa mostra che c’è ad Argentiera

Si tratta di turismo esperienziale e i visitatori possono costruirsi l’itinerario come meglio credono. Miniere e ruderi sono sempre affascinanti.

Questa mostra sarà attiva fino a quando si potrà tornare nei musei.

Argentiera non è solo la sua miniera

In questo paese (chiamiamolo così sebbene non sia proprio esatto) dal 2010 a luglio si tiene un festival letterario, con ospiti importanti.

Qui hanno girato alcune scene dei film La scogliera dei desideri (con protagonisti Elizabeth Taylor e Richard Burton, ambientato poi interamente di fronte all’Isola Piana) e Chiedo asilo con Roberto Benigni.

Dal 2016 all’Argentiera c’è arrivo di una tappa di rally.

Insomma, le miniere non erano solo in Belgio e Argentiera non è solo la sua miniera.

Fonti

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