Tra quattro giorni, il 18 febbraio, ricorre l’ottantunesimo anniversario della nascita di Fabrizio De André, avvenuta a Genova nel 1940. Vogliamo dedicargli questo post. Naturalmente, non lo facciamo dal punto di vista musicale, ma da quello dell’architettura e dell’urbanistica.
Parleremo della Genova di Fabrizio De André e lo faremo sia in riferimento alle sue canzoni sia in riferimento ai luoghi in cui è vissuto.
Fabrizio De André e Genova sono legati in modo indissolubile e quindi spesso la Genova reale e quella delle sue canzoni si sovrappongono. Senza dimenticare che, in molti casi, sono state le sue canzoni a far conoscere alcuni posti della città a chi non è di Genova. E magari a indurlo ad andarli a vedere.
Non parleremo di Via Del Campo e della Città Vecchia, su cui si trova molto materiale, in Rete e non in Rete.
Neanche il trasferimento in Sardegna e il fatto che sia morto a Milano hanno spezzato questo legame.
Genova è la città di Fabrizio De André, ma dove è nato esattamente?
In via Nicolaj al 12.
Si trova nel quartiere Pegli ed è il posto dove è nato, a mezzogiorno, il 18 febbraio 1940. È nell’appartamento del primo piano, sopra il ‘Bar Milano’.
Adesso c’è una targa celebrativa. Eppure, non lo si collega molto a Pegli. Lo stesso De André non ne parlava molto. Curiosità: quando si stava per sposare con la prima moglie Punny, scoprirono di essere stati battezzati tutti e due nella parrocchia di San Martino. Inoltre, fino al 1926 Pegli è stato un comune indipendente.
Forse ne parlava poco perché c’è rimasto poco. Infatti, nel 1942 lui e la famiglia sono andati a Revignano d’Asti.
Finita la guerra sono tornati a Genova, ma in via Trieste 8.
L’appartamento di Pegli divenne la casa al mare.
Sappiamo che è nato nella camera da letto dei genitori, che questa camera era ampia e che l’appartamento era signorile (dieci vani e 120 metri quadrati). Sappiamo anche è nato molto vicino alla linea ferroviaria Genova-Ventimiglia.
De André è stato battezzato Genova, a San Martino e Benedetto
I primi documenti che parlano della Chiesa dei Santi Martino e Benedetto risalgono al 1157, ma se ne ha notizia già intorno al 1140. Il documento del 1157 è di Papa Adriano IV.
Si tratta della chiesa più antica di Pegli.
Abbandono e rinascita
Nel 1530 era in stato di abbandono. Nel 1620 venne ricostruita. La fecero a tre navate e con sette altari.
Tra il 1713 e il 1719 i Grimaldi la restaurarono. Dal 1797 e il 1799 venne ricostruita su progetto di Giuseppe Scaniglia: le cappelle laterali divennero dieci. Le decorò il pittore sampierdarenese Giacomo Storace.
(De André, genoano doc, battezzato in una chiesa decorata da un sampierdarenese…).
Diana
Il marchese Ignazio Pallavicini, nel 1861, fece aggiungere al campanile una cupola uguale a quella del tempio di Diana, fece realizzare delle campane nuove e fece sostituire l’organo.
Soffermiamoci un attimo sul tempio di Diana. Si trovava nel Parco di Villa Durazzo Pallavicini (anzi, si trova ancora). Con la modifica del campanile si è venuto a creare un gioco prospettico molto suggestivo tra il tempio e la chiesa.
Come la vediamo oggi
La forma attuale della chiesa risale agli inizi del XX secolo. Venne alzata e le navate passarono da tre (anguste) a una (spaziosa).
Tito Picasso fece il progetto. Antonio Orazio Quinzio e il padre Giovanni decorarono il presbiterio con un’immagine del Cristo Redentore e la volta sul “Trionfo di San Martino”. Antonio Orazio Quinzio fece anche il dipinto raffigurante Santa Rosalia.
La Marchesa Teresa Pallavicini Durazzo e il figlio Giovanni finanziarono i lavori.
Negli Anni Venti del secolo scorso le hanno dato una facciata nuova (progetto del milanese Bianchi).
Una santa palermitana
Santa Rosalia è la patrona del quartiere e nella chiesa ci sono alcune delle sue reliquie perché nel Seicento il vescovo di Palermo Giannettino Doria, figlio di Gianandrea Doria, le ha fatte trasferire qui.
Staglieno-Il cimitero di Genova dove c’è la tomba di De André
La tomba di Fabrizio De André si trova nel Cimitero Monumentale di Staglieno.
Questo cimitero fu aperto ufficialmente al pubblico il 1° Gennaio 1851, anche se era incompiuto.
Il progetto venne affidato, nel 1835, all’architetto Carlo Barabino, al quale si devono molti edifici neoclassici di Genova, tra cui il Teatro Carlo Felice. Barabino, però, morì proprio nel 1835, di colera.
Il progetto passò allora al suo allievo e collaboratore Giovanni Battista Resasco. I lavori iniziarono nel 1844.
Rispettando il progetto del suo maestro, Resasco mantenne la struttura quadrangolare come nucleo e accentuò il carattere monumentale del cimitero. A Staglieno c’è anche un Pantheon.
Altri ospiti illustri del cimitero (c’è anche un amico di De André nel cimitero monumentale di Genova)
A Staglieno ci sono anche le tombe di Mazzini, di Bixio, di Govi, dell’amico Paolo Villaggio e di altre persone famose. C’è, inoltre, quella dello scultore Gaetano Olivari, ma non sappiamo se abbia attinenza con l’azienda che produce maniglie.
Le aree non cattoliche
Il cimitero comprende anche una parte ebraica (inaugurata nel 1886), gestita dalla Comunità ebraica di Genova, una parte greco-ortodossa (1882), gestita dall’Arcidiocesi ortodossa d’Italia e Malta – Vicariato arcivescovile di Genova, un cimitero degli inglesi (1902). gestito dal consolato del Regno Unito e dal Commonwealth War Graves Commission, e una parte musulmana (2000), gestita dal consolato della Tunisia.
Riflessione
La Genova cantata da De André, soprattutto in Creuza de Ma, è una città aperta al mondo e centro di scambi internazionali. È la Genova che commerciava nel Mediterraneo, che aveva colonie a Cipro, in Tunisia e in Crimea. È la Genova di Sinàn Capudàn Pascià, marinaio genovese diventato Gran Visir. Insomma, queste presenze esotiche probabilmente gli piacevano e avrebbe approvato l’arrivo dell’area musulmana, avvenuto l’anno successivo alla sua morte.
Altro su Staglieno
BOCCA DI ROSA-IL QUARTIERE DI SANT’ILARIO
Appena scesa alla stazione del paesino di Sant’Ilario / tutti si accorsero con uno sguardo che non si trattava di un missionario.
(Bocca di Rosa)
Sant’Ilario è un quartiere di Genova, indipendente fino 1926, proprio come Pegli.
Si trova nella Riviera di Levante, nel Golfo Paradiso, alle pendici dell’Appennino ligure. Dista più di dieci chilometri in linea d’aria dal centro di Genova. Offre un bel panorama su tutto il golfo di Genova.
La stazione, citata nel brano, è in disuso.
TOPONOMASTICA
Genova gli ha dedicato una via. Non è l’unica città. Al contrario, non c’entra niente con lui il Pala De André di Ravenna, inaugurato nel 1990.